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EX STABILIMENTO FLORIO DELLE TONNARE DI FAVIGNANA E FORMICA
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Lo Stabilimento Florio è un'antica tonnara con annesso un corpo di fabbriche per la conservazione del pescato. Con i suoi 32 mila metri quadri di superficie, di cui 3/4 coperti, esso rappresenta uno dei più apprezzati siti industriali dell'800 siciliano, simbolo per eccellenza dell'economia delle tonnare del Mediterraneo. In assenza di sufficiente documentazione, rimane incerto l'autore del progetto di questo magnifico complesso; potrebbe essere Damiani Almeyda o La Porta o possibilmente altri architetti. All'inizio del XV secolo essendo il mare delle Egadi affollato di corsari musulmani e cristiani, i barcaioli rischiano costantemente la cattura. Malgrado così grandi pericoli, si riscontra a Favignana oltre che una redditizia attività di estrazione di pietra da costruzione - per la presenza di numerose cave - il rilancio dell'attività di tonnara già affermata in età angioina (ai tonnaroti, ed anche ai cavatori di pietra, nei contratti di ingaggio, si chiede per sicurezza di rimanere nascosti nell'eventualità di arrivo di navi corsare). Nel 1451 Alfonso V concede ufficialmente al vicesecreto di Trapani, Melchiorre de Carissima, la facoltà di realizzare la tonnara a Favignana, che diverrà la più importante e produttiva della Sicilia fino al XX secolo. Nel 1841 la famiglia Florio prende in affitto la tonnara per la mattanza dalla famiglia Pallavicini di Genova. Nel 1874 Ignazio Florio acquista le isole di Favignana e Formica, acquisisce i diritti di pesca, amplia e ristruttura la tonnara - su progetto dell'architetto Damiano Almeyda - edificando lo stabilimento per la conservazione del tonno sott'olio, dopo la bollitura, e l'inscatolamento. Il tonno tagliato a pezzi viene cotto in 24 grandi caldaie, ancor oggi esistenti, e in un secondo tempo posto ad asciugare. In un altro grande locale, attraverso l'utilizzo di macchine e saldatrici, si realizzano le latte dentro le quali si conserva il tonno. Il passaggio dalla conservazione sotto sale a quella sott'olio è probabilmente determinata - così scrive Giuffrida - dalla diffusa convinzione che attribuisce al sale la causa del frequente insorgere dello scorbuto tra le ciurme delle navi che ne fanno largo uso. Le due tipologie produttive - tonno sott'olio e tonno sotto sale - continueranno a coesistere soddisfacendo consumi differenziati. Il successo, sia in termini di immagine che di profitto, è l'effetto del rinnovato impulso dato alla pesca e alla commercializzazione del tonno sui mercati nazionali ed esteri. Nei primi decenni del '900, nonostante il fallimento del più grande gruppo industriale siciliano, lo Stabilimento Florio rimane produttivo, passando, prima tra le aziende di proprietà dell'IRI, e nel 1938 agli imprenditori genovesi Giovan Battista e Vittorio Parodi che proseguono l'attività. Nel 1985 è Nino Castiglione, già proprietario di un'industria conserviera e gestore della tonnara S. Cusumano, a rilevare l'attività della tonnara di Favignana. Nel 1991 la Regione Siciliana acquisisce lo stabilimento e avvia i lavori di restauro realizzando un magnifico esempio di archeologia industriale. Al suo interno una grande area è destinata ad attività museografiche, con sale multimediali, un'altra a museo archeologico, in cui sono esposti reperti terrestri e marini, nonché un'ampia sala convegni situata nell'ex galleria. All'esterno si possono ammirare le alte ciminiere, i forni di cottura, il "bosco" dove venivano appesi i tonni dopo essere stati liberati delle interiora, e i grandi depositi in cui sono riposte le imbarcazioni rivestite di pece. (COD. SPI 009)
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Localita' | Favignana |
Numero tappa | 1 |